mercoledì 30 novembre 2016


SOLITUDINE MA NON DEPRESSIONE
Chi non ama la solitudine, non ama neppure la libertà, poiché soltanto quando si è soli si è liberi
Arthur Schopenhauer
La vita e costellata di solitudine.
A tutti capita di sentirsi soli, di provare quel senso di abbandono o di vuoto che a volte ci coglie anche quando siamo con altri.
E un fardello che portiamo spesso in un doveroso silenzio perché percepito solo da noi stessi.
È una sensazione che può essere angosciante e, per non esserne sopraffatti, cerchiamo di contrastarla immergendoci nel lavoro, negli hobby o mescolandoci tra la gente in luoghi affollati.
Ma se riusciamo a guardarla con altri occhi e a rinunciare all'illusione di cercare all'esterno un surrogato della completezza che non troviamo in noi, allora la solitudine diventa la dieta dell'anima e ci dà il piacere d'una grande compagnia: la nostra.
I due più grandi doni che il Cielo possa fare a un'anima sono il silenzio e la solitudine.
Marcel Jouhandeau
Attraversiamo normalmente, per effetto dell’abbassamento dell’umore, dei brevi periodi in cui ci sentiamo tristi, stanchi, scoraggiati, amareggiati ed irritati, ma quando questa tristezza diventa duratura e associata ad un profondo pessimismo possiamo entrare nella depressione.
Questa, per quanto sgradevole e sofferta, è innanzitutto una risorsa del cervello, che attraverso di essa ci obbliga ad uno spazio di riposo, di riflessione, di ripensamento e di trasformazione che noi, travolti dallo stress quotidiano, siamo divenuti incapaci di darci.
E’ la voce arrabbiata dei nostri talenti inespressi, messi da parte troppo a lungo per far posto a modelli sbagliati e se da un lato è spesso necessario reagire con forza di fronte ad alcune situazioni della vita, dall'altro è proprio questo impedirci di vivere i momenti di crisi ad alimentare la depressione stessa.
Il momento di tristezza diventa quindi un'occasione e la crisi diventa uno strumento per rivedere la nostra vita e tentare di riorganizzarla.
Per cui mentre proviamo stanchezza, ansia, tristezza, irritabilità e ci sentiamo tesi, irrequieti e impazienti, sentiamo però di poter contare sulle nostre energie.
Invece, quando al contrario, la crisi è vissuta in modo passivo le nostre difese risultano inadeguate e i problemi diventano irrisolvibili.
Per vincere il “male oscuro” dobbiamo iniziare a dare retta alle nostre esigenze, ai nostri sogni e mettere noi stessi al primo posto, non dando ascolto a ciò che pensano gli altri di noi.
La vita è fatta di piccole solitudini.
Roland Barthes
Non dobbiamo mai consentire che scenda un velo di tristezza e di sconfitta sulla nostra giornata.
Niente dall’esterno può avere effetti su di noi a meno che non siamo noi a permetterlo.
Per scoprire cosa c‘è che non va non è necessaria alcuna particolare capacità intellettiva, basta ritrovare ed accettare i nostri limiti per valutare quanto siamo distanti dalla meta e, allo stesso tempo, confermare le nostre capacità, consentendoci di accrescere l’autostima in noi stessi.
Interrogo la tristezza e scopro che non ha il dono della parola; eppure, se potesse, sono convinto che pronuncerebbe una parola più dolce della gioia.
Kahlil Gibran

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