lunedì 14 agosto 2017


Con il termine "origine dipendente" nel Buddismo si vuole esprimere il concetto che nessun essere o fenomeno esiste in sé, ma solo in relazione ad altri esseri o fenomeni. Ogni cosa viene a esistere in risposta a cause e condizioni, cioè niente esiste indipendentemente da altre cose, né può manifestarsi in completo isolamento (DB, 535). Il termine usato in giapponese è engi, letteralmente "sorgere in relazione". Tutti gli esseri e i fenomeni esistono o accadono a causa della loro relazione con altri esseri o fenomeni e ogni cosa nel mondo viene a esistere in risposta a cause e condizioni.
Per spiegare l'origine dipendente, Shakyamuni usò l'immagine di due fasci di canne che si inclinano l'uno contro l'altro per stare eretti: se uno dei due viene rimosso, allora anche l'altro cadrà. Nel Samyutta-nikaya, un testo classico del Buddismo antico, si legge: «Poiché vi è questo, quello viene a esistere. Dall'apparire di questo viene quello; se questo è assente, quello non è; cessato quello, questo cessa». Questa affermazione è una delle più antiche formulazioni del concetto di interdipendenza di tutti i fenomeni. In senso più specifico, questo significa che le nostre vite sono in costante sviluppo dinamico, con una sinergia tra le cause interne della nostra vita (la personalità, l'esperienza, la visione della vita ecc.), le condizioni esterne e le relazioni intorno a noi. Ogni esistenza individuale contribuisce a creare l'ambiente che sostiene tutte le altre esistenze. Tutte le cose si supportano e si relazionano a vicenda, creando un unico universo vivente.

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